sabato 1 febbraio 2014

il panino americano

la scena e' questa: dopo aver consumato una cena frugale, costituita da un primo semplice, non troppo elaborato ed aver mangiato qualche frutto, ci si appresta a fare il solito zapping televisivo per lo svago serale; a questo punto compare il presentatore di man vs food e presenta l'ennesima variante del panino americano, tanti strati di carne inzuppati in un brodo, anch'esso di carne, fette di formaggio e tritata dicipolle, il tutto racchiuso in due fette giganti di pane tostato, e dulcis in fundo il panino, cosi' confezionato, e' irrorato con un brodo di carne. L'acquolina viene in bocca, anche perche' la cena non e' stata troppo ricca ne' saziante. Mi viene da pensare: e se tutto questo fosse realizzato con il pane italiano?

martedì 15 maggio 2012

papà

Questo e' un post che non vorremmo mai scrivere, ma poi ci tocca inevitabilmente di farlo, perche' a tutti capitera' di perdere il proprio papa', a meno che non sia lui a perdere noi, il che è molto più sconvolgente, in quanto un genitore non vorrebbe mai accompagnare un proprio figlio a miglior vita.
Per prima cosa prevale il dolore causato dalla perdita, la consapevolezza della ineluttabilita' della sofferenza umana per questa mancanza, la voglia di ricordare, il desiderio di fissare i momenti migliori passati insieme, e quelli che si sarebbe voluto passare insieme. Tutto questo susseguirsi di sensazioni ed emozioni ci travolge, ci sovrasta facendoci sembrare estremamente deboli ed insicuri, impotenti e non piu' capaci di prendere qualsiasi decisione o di elaborare qualsiasi pensiero, che non sia identificabile con una sensazione di vuoto e di vacuita'. Ma poi inevitabilmente, ed anche fortunatamente, si riesce ad andare avanti giorno dopo giorno, così che la precedente sensazione di vuoto si riempie di nuova forza, ed il vuoto sembra meno tale, non perché abbiamo dimenticato, ma perché sappiamo che, nonostante tutto, se lo vogliamo, resterà ancora e sempre con noi. Per sempre, papà.

sabato 14 gennaio 2012

Adotta una parola

Oggi desidero parlare di come la nostra lingua viene utilizzata in modo non appropriato, un tema non molto considerato in questo momento storico, in cui la nostra lingua ha subito e subisce continuamente influenze e modificazioni estremamente rapide e immediate, a differenza di qualche tempo fa in cui era piuttosto statica; e tali influenze a volte vengono confuse e giustificano usi impropri della lingua stessa. Difatti, di rado negli anni passati si assisteva alla introduzione di così tanti nuovi vocaboli nella nostra lingua così come avviene oggi, ed anche a nuovi modi di esprimersi, che rendono quindi difficile capire se ci si sta esprimendo in maniera corretta oppure no.
A tale proposito voglio segnalare una iniziativa molto interessante, cui anch'io ho partecipato, che si chiama "Adotta una parola" (http://adottaunaparola.ladante.it), che ci invita ad adottare una parola promuovendo azioni   per un corretto uso dei vocaboli.
Io ho adottato la parola Indelicatezza e Indelicato, che sono strettamente correlate.
Indelicatezza è un atto o una azione indelicata, oppure una caratteristica di indelicato, mentre indelicato significa  privo di discrezione, di tatto, di sensibilità.

Provate anche voi questa nuova iniziativa, e diffondetela più possibile.

Alla prossima.

giovedì 5 gennaio 2012

Vino e formaggio: abbinamenti(2)


Nella prima puntata ho parlato di un formaggio giovane ed a pasta molle, mentre oggi si parlerà di un formaggio a pasta dura: si tratta del pecorino romano.
Era apprezzato già dai Romani (e questo si intuiva) e veniva utilizzato come alimento nei viaggi delle loro legioni perché pratico da conservare. Ha un sapore aromatico e lievemente piccante, se da tavola, cioè con meno di cinque mesi di stagionatura; intenso e gradevole se tale periodo è maggiore.
Il vino consigliato è un primitivo di Manduria, dal colore rosso tendente al violaceo e all'arancione con l'invecchiamento (o affinamento). Sapore gradevole, tendente al velluto se molto affinato.
Mi riservo di riportare la mia impressione quando lo proverò, sperando di farlo al più presto.
Vi farò sapere come è andata.

venerdì 30 dicembre 2011

La cioccolata.

A quest'ora sembra più opportuno parlare di qualcosa di dolce piuttosto che di salato. O meglio di amaro. 
La cioccolata, si sa, è stata portata in Italia dagli Spagnoli intorno al 1500, che l'avevano conosciuta ed apprezzata nella terra degli Aztechi, i quali tritavano grossolanamente i semi di cacao e aggiungevano acqua, farina di mais, chili, cannella e semi di anice, ma il risultato era un composto amaro. Gli Spagnoli effettuarono la prima innovazione introducendo lo zucchero di canna, quindi diffusero la ricetta in tutta Europa.
Successivamente sono state aggiunte, oltre alle usuali spezie, in special modo cannella e vaniglia, anche delle essenze 'segrete'.
Recentemente ho assaggiato una cioccolata, rigorosamente senza latte, e prodotta utilizzando diverse varietà di cacao del Venezuela. Il sapore è amaro, e tempo fa non mi sarebbe piaciuto, ma adesso ne apprezzo la finezza del gusto e del profumo. 
L'amaro iniziale viene gradualmente ricoperto dalle diverse spezie presenti in una combinazione forte e piacevole, la bocca cattura le sensazioni di gusto e contemporaneamente il naso ne apprezza il profumo. 


Una delizia.


P.S.: mi auguro che vi sia venuta la voglia di assaggiarla!

mercoledì 28 dicembre 2011

Acciughe al bagnun

Si tratta di un'antica ricetta ligure risalente al 1800, povera in quanto costituita da ingredienti usati tipicamente dai pescatori del tempo, e cioè il pesce, la cipolla, il pane raffermo, ecc. Alla fine degli anni 50 è nata a Riva Trigoso la sagra del bagnun, grazie alla volontà di un gruppo di pescatori che preparavano questa zuppa per i residenti ed i turisti. Da allora in poi, la manifestazione ha avuto cadenza annuale, e rimane tra le poche sagre gratuite. Ogni anno vengono preparate e distribuite migliaia di porzioni.
Ecco la ricetta:


Preparare un trito con cipolla, carota e sedano mettendoli a soffriggere con olio extra vergine di oliva. Dopo la rosolatura aggiungere la salsa di pomodoro lasciandola cuocere a fuoco lento finché non risulti ristretta. Nel frattempo è necessario pulire le acciughe. Il pesce dovrà essere aggiunto alla fine della cottura del pomodoro, in modo che sia semplicemente "riscaldato" e non "cotto". A fine cottura unire un battuto di basilico (dà profumo alla preparazione) e un vino bianco profumato (da abbinare al profumo del basilico), quindi servire con crostoni di pane tostato, eventualmente strofinati con l'aglio. Un trucco: per evitare che la zuppa possa risultare amarognola è preferibile eliminare il filo nero presente sul dorso del pesce.
Buon appetito!

sabato 17 dicembre 2011

Alici ed Acciughe.

Come avrebbe detto qualcuno, molti anni fa, la domanda nasce spontanea: "C'è differenza tra alici ed acciughe"? No, non c'è alcuna differenza! Si tratta dello stesso pesce, appartenente alla famiglia degli "Engraulidi", e di cui ne esistono sette specie, cinque delle quali europee. Qualcuno indica con acciughe i pesci interi conservati sotto sale, mentre con alici gli stessi pesci sfilettati, salati e messi sott'olio. Sottigliezze. Come si può notare, mi piace parlare di questo pesce perché lo trovo molto gustoso, abbastanza economico ed anche perché in cucina si presta ad essere preparato in moltissimi modi. A tal proposito presenterò prossimamente qualche ricetta sfiziosa. Per il momento ci basti sapere che, oltre ad essere buono, trattandosi di un pesce azzurro contiene anche una grande quantità di acidi grassi omega-3, e quindi fa bene. Cosa desiderare di più?